Grecia e pasti gratis

Finalmente la Politica ha deciso di intervenire sul caso Grecia.

La Politica ha cioè preso atto che l'Economia non perdona: i CDS, negoziati over the counter, sono l'indicatore più immediato dell'assenza di pasti gratis.
Soprattutto laddove la moneta è senza Stato, in primis senza politiche fiscale e industriale unitarie, il confronto con la altre aree monetarie (dollaro, sterlina, remimbi, yen) è impari.
Probabilmente è questa la preoccupazione che serpeggia fra gli osservatori del caso Grecia: l'entità dell'intervento in sè è relativamente esiguo, pur tenendo conto del ritardo di circa un trimestre e anche considerando i prossimo inevitabili interventi a sostegno della ripresa di quel Paese (in primis la ristrutturazione del debito).

Questa scelta politica discende da quella, ben più rilevante, adottata col Trattato di Maastricht e con quella, ancor più incisiva, di adottare la moneta unica.
L'idea era e resta quella di costruire un'area economica comune il cui elemento unitario è l'euro: essa può oscillare liberamente in contropartita con le altre valute, ma il suo valore esterno resta ancorato ai due rapporti Deficit/PIL e Debito/PIL degli Stati membri della UEM. Ogni Stato, dunque, contribuisce ad agire sul valore dell'euro a seconda dei suoi comportamenti rispetto ai due parametri citati.

La speculazione, che guadagna o che perde negoziando su aspettative di oscillazione di prezzi, si inserisce sul valore dei debiti dei diversi Stati ipotizzando scenari strettamente legati al rispetto dei due parametri. Quando il Deficit/PIL cresce, in presenza di un elevato rapporto Debito/PIL, si ritiene che il Deficit/PIL peggiorerà ancora per effetto dei più elevati oneri finanziari che il Paese dovrà sostenere per rinnovare i debiti in scadenza. Peggiorando, quel rapporto, che si cumula col già elevato Debito/PIL, contribuisce ad aumentare il Debito. Il deficit, e quindi il debito, possono allora essere ridotti soltanto diminuendo o riqualificando la spesa pubblica, soprattutto in presenza dell'impossibilità di agire sulla leva fiscale.

Ma la riqualificazione della spesa pubblica torna ad essere un problema politico perché incide sui ceti e sule classi sociali: l'osmosi fra Economia e Politica mi sembra evidente.

Un indicatore del livello di osmosi fra i due comparti è il divario fra il rendimento dei bund e il rendimento dei titoli degli altri Stati. Esso indica che l'equilibrio fra Economia e Politica che si realizza in Germania è maggiormente apprezzato di quello che si realizza negli altri Paesi dell'area euro.

La Germania, che ha raggiunto quell'equilibrio a fatica (si pensi all'assorbimento della sua parte Est col rapporto 1 a 1 fra i due marchi), era ed è restia a correre in soccorso di Paesi con finanze allegre. Nel caso di specie ha già in portafoglio un'ingente mole di titoli greci, considerati oggi junk. Ma la Politica, fortunatamente, ha retto l'impatto dello sfascio di uno dei PIGS e ci si augura, non solo che gli altri Paesi a rischio reggano, ma anche che la Politica riesca a reggere altri facilmente prevedibili scossoni prodotti dall'Economia.

L'euro, moneta senza Stato, è stata una scelta lungimirante della Politica proprio perché deriva da una sfida che non prevede politiche fiscali e industriali comuni: ma non può confermarsi moneta competitiva fra le altre se non vi è il responsabile concorso di tutti gli Stati membri.

E' forse preferibile che il popolo soffra oggi per scelte politiche onerose e impopolari o è forse meglio che soffra domani con le svalutazioni competitive? L'illusione monetaria colpisce ancora e come sempre, ed è anche difficile spiegarla e farla accettare anche ad una società sè dicente civile che evade ed elude il fisco sistematicamente con l'appoggio esterno dei governi e dei governanti.

Credit Default Swap e crisi finanziaria

CdS
L’osservazione dell’andamento delle quotazioni dei Credit Default Swap ha indotto The New York Times a riassumere la questione.
Il grafico (tratto da un pezzo di W. Riolfi sul Sole24Ore) illustra la diminuzione del valore dell’iTraxx Europa: si tratta di un derivato sintetico (un indice) costruito su CDS europei sottostanti e trattato regolarmente (e non over the counter, come accade per i CDS).
Il calo dell’indice indica che, in Europa, il premio che si paga per assicurarsi dal rischio di default sembra ridursi: può trattarsi di un indicatore da quale trarre buoni auspici per il futuro prossimo.