La Relazione annuale della Bd’I riporta il grafico che segue dal quale si possono trarre alcune considerazioni:
1) la curva rossa rappresenta l’andamento del rapporto fra debiti non commerciali e fonti (leverage): la carenza di mezzi propri è continuata nel periodo rendendo le imprese sempre meno indipendenti dalle banche;
2) dal 2009, la crescita del leverage non è proseguita: probabilmente per effetto del credit crunch piuttosto che per effetto degli apporti di mezzi propri;
3) si conferma un sistema italiano bancocentrico: il ricorso al mercato finanziario risulta estremamente ridotto (segmento celeste) e le imprese continuano a dipendere dal credito bancario (somma dei segmenti verde e blu): <<la dipendenza dal finanziamento bancario è rimasta elevata, mentre è diminuita nell’area dell’euro e nei paesi anglosassoni a fronte di un accresciuto ricorso al mercato obbligazionario>>;
4) i prestiti bancari <<con scadenza originaria inferiore a dodici mesi è pari al 38 per cento, a fronte del 24 nell’area dell’euro. Livello e composizione dell’indebitamento verso il sistema creditizio hanno reso le imprese italiane particolarmente vulnerabili ai rischi di tasso>> e al rischio di rinnovo dei prestiti in scadenza.
Si tratta, come è noto, di una situazione strutturale: dal punto di vista delle imprese è maggiormente conveniente rischiare il capitale di credito invece che il capitale proprio trasferendo così il rischio d’impresa sulle banche.
I danni, per queste ultime, sono noti: margini lordi erosi dalle svalutazioni cui seguono ridotti incrementi dell’autofinanziamento e, di conseguenza, pressanti richieste di aumenti di capitale sociale per contenere i rischi dell’attivo come previsto da Basilea. Continua a leggere “I debiti delle imprese italiane”